SALUTI DI FINE ANNO SCOLASTICO 2019/20

 

AI DOCENTI
AGLI ALLIEVI
ALLE FAMIGLIE
AL PERSONALE ATA
AL DSGA

 

Anche quest’anno scolastico sta volgendo al termine.
È, dunque, tempo di bilanci.

Siamo fermamente convinti che la didattica a distanza non possa minimamente sostituire quella in presenza.

Coltivare legami affettivi ed educativi utilizzando i nuovi canali offerti dalla tecnologia senza poter contare su sguardi, voci, abbracci, pacche sulle spalle e qualsiasi altra forma di contatto fisico (siamo italiani, non scandinavi) è stato davvero molto difficile, “contro natura”.

È attraverso la relazione emotiva tra docenti e allievi che “passa” ogni apprendimento che possa definirsi significativo. Il processo di insegnamento-apprendimento non è affatto una questione di programmi da svolgere, di conoscenze da trasmettere o memorizzare, di domande da porre, di risposte da dare.

Se la mente è occupata da emozioni non rielaborate, non c’è spazio per apprendere e diventa estremamente difficile riconoscere un legame fra il sé e ciò che si impara, passaggio essenziale per un apprendimento efficace e duraturo.

Che cosa hanno provato, che cosa hanno pensato i nostri bambini/ragazzi, costretti in casa, loro malgrado, durante la pandemia, perennemente connessi, privi della ritualità degli appuntamenti quotidiani e di molti affetti?

Va dato merito, perciò, ai nostri docenti di aver immediatamente compreso quanto fosse importante creare spazi di ascolto e laboratori emozionali per aiutare i bambini /ragazzi, anche quelli apparentemente meno toccati, a superare il sentimento del vuoto, della mancanza.

Va dato merito alle “nostre” famiglie di aver subito compreso quanto fosse importante affiancare i propri figli, vivendo la didattica a distanza come un’occasione (benché impegnativa e a volte faticosa) per dedicarsi a loro e non come una forma di ingerenza o di invasione nella vita familiare.

Ora ci aspetta l’ultimo miglio, forse il più impegnativo, il più delicato.

Ci viene chiesto di chiudere l’anno scolastico ricorrendo a strumenti, categorie, qualificazioni proprie della didattica ordinaria. Mi riferisco all’attività di valutazione, che, pur con tutte le cautele del caso, stride con l’impostazione didattica adottata negli ultimi tre mesi.

Non si può usare un setaccio a maglie strette per cernere granelli diversi ma di dimensioni troppo grandi.

Come racchiudere in un voto o in un giudizio sintetico l’impegno assiduo/il disinteresse, le belle performance/il silenzio ostinato, la presenza costante/discontinua su ZOOM (Ma come mai non si collega? Non vuole o non ci riesce?... Arriva la “fibra” nel suo quartiere?... Cosa sta succedendo nella sua famiglia?... È sempre il solito irresponsabile!... A chi apparteneva la voce che suggeriva durante la verifica on line? …. La mamma/il papà ha avuto il tempo/la possibilità di seguirlo mentre faceva i compiti?)?

Alcuni ragazzi/bambini - non molti, in verità, ma pur sempre troppi - ce li siamo persi per strada: quelli più fragili - alcuni lo erano già da prima, altri lo sono diventati a distanza - magari inseriti in nuclei familiari altrettanto fragili, non in grado di guidarli e supportarli (anche sul piano volitivo).

Alcuni, pur impegnandosi, hanno pian piano perso la motivazione: lo slancio verso l’apprendimento si è affievolito, forsanche per il venir meno di quella sana (o insana) competizione che solo la presenza in classe dei compagni può creare.

Qualcuno/a, invece, è letteralmente “fiorito/a”; è diventato un altro/a, ovviamente in senso positivo: probabilmente la presenza di uno schermo (mi riferisco soprattutto agli adolescenti) tra sé e il docente o tra sé e i pari ha diluito l’effetto branco e gli/le ha offerto l’opportunità di dare il meglio.

Tante cose sono accadute, previste, prevedibili, imprevedibili.

Il momento richiede, quindi, ancora una volta l’impegno e la collaborazione dell’intera comunità educante. Esige senso di responsabilità, equilibrio, capacità di contestualizzare e di distinguere le attese dalle aspettative.

Auguriamo ai ragazzi in uscita ogni bene per la prosecuzione degli studi: l’autonomia e la capacità di autodisciplina che hanno potuto esercitare nell’attività a distanza costituiscono il miglior viatico.

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Anche l’organizzazione del futuro prossimo, cioè dell’anno scolastico che inizierà a settembre, appare piuttosto impegnativa.

La finalità istituzionale della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona, nel quadro dei principi costituzionali e della tradizione culturale europea, nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali (non quella, dunque, di semplice parcheggio per i bambini i cui genitori si recano al lavoro).

L’aggregazione - purtroppo l’elemento principale di rischio (di contagio) nelle scuole, data la complessità della gestione - rappresenta la forza e l’energia propulsiva del sistema educativo.

Stiamo già pensando ad alcune soluzioni organizzative in linea con le raccomandazioni contenute nello specifico Documento tecnico.

È iniziata un’interlocuzione con l’Assessore all’Istruzione e alle Politiche sociali, M. Antonicelli, e con l’Ufficio Scuole a cui abbiamo rappresentato alcuni bisogni relativi alle infrastrutture.

Ad horas si attendono le Linee guida del Ministero circa gli ordinamenti.

In cima alle nostre preoccupazioni ci sono i bambini più piccoli (che molto hanno patito per l’attività a distanza) e, in generale, coloro che l’anno prossimo frequenteranno le classi iniziali, i più disorientati.

Vaglieremo in seno al Consiglio di Istituto le diverse ipotesi organizzative, anche sulla base delle risposte dell’Amministrazione Comunale.

Tutti (docenti, allievi, famiglie) dovremo, però, accettare l’idea che nulla potrà tornare come prima; dovremo fare i conti con unanuova” normalità, che esige il rispetto di una distanza di almeno un metro tra un banco e l’altro, che chiede agli allievi dai sei anni in su di indossare la mascherina (per cortesia, abituateli sin d’ora), che riduce l’unità oraria per far fronte ad un numero doppio (perché dimezzate) di classi, etc.

Va, quindi, ricercato un complesso equilibrio tra sicurezza (dato il rischio di contagio), benessere socio emotivo degli allievi e degli operatori della scuola, qualità dei contesti e dei processi di apprendimento, rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’istruzione. 

L’adozione di misure di prevenzione individuali e collettive presuppone un forte senso di responsabilità da parte di studenti, famiglie, docenti, personale ATA: i comportamenti generali, sinora praticati per il contenimento dell’epidemia, dovranno essere declinati in chiave collettiva e adattati al contesto scolastico.

Tecniche e metodologie didattiche, da un lato, organizzazione familiare dall’altra, saranno nuovamente sottoposte allo stress del cambiamento.

I più avveduti ritengono che la rinascita della Nazione non può che partire dal rilancio del sistema istruzione, teso com’è alla formazione delle generazioni future.

Potrebbe essere l’occasione storica per riformare una scuola lenta e troppo burocratica.

Abbiamo il dovere di crederci. Insieme ce la faremo.

Auguro buone vacanze a tutti.  

Matera, 10 giugno 2020

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Maria Rosaria SANTERAMO